p.s. Questa è una storia di fantasia, ogni riferimento nel racconto a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.
Chi vi si riconoscesse non se ne abbia a male. Se qualcuno ritiene offensivo o lesivo alla sua immagine quanto riportato può chiederne cancellazione immediata commentando il contributo. grazie
Hai una fantasia incredibile, così dai proprio spessore alle mie immagini, sono molto contento di questi tuoi miniracconti, ti ringrazio infinitamente per il tempo che mi dedichi, sei proprio brava… un giorno o l’altro ci dirai se hai scritto dei libri… un abbraccio Vanni
grazie Vanni. a te. se me lo permetti ogni tanto scriverò queste cosine in calce alle tue fotografie. ti stimo molto. e sei bravo. sì, ho pubblicato, ma mai con il mio nome. sono una ghost-writer.
con grande stima. ciao (e grazie. uh! l’ho già detto grazie?)
più che folle, direi coraggioso, quello che non ha paura di mettersi in gioco, sempre! 🙂
P.S. Ciorian non lo conoscevo, interessante! trovo interessante la sua filosofia…
Davvero un personaggio!
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Si, veramente strano!
Ciao 🙂
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how weather-beaten, interesting and striking face!!
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it was really strange!
ciao 🙂
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ora sì che mi appaghi, mon amour
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Hai visto, basta chiedere, però lui è veramente bruttino! 🙂
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io lo trovo splendido.
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🙂
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Beh…proprio brutto brutto non direi….diciamo diversamente bello 😀
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Ahahah ok, vada per diversamente bello! 😀
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Grande scatto !
Complimenti !
Ciao ciao
Max
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Max come sempre presente… grazie, buona giornata on the road! Vanni
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Dicono che fosse un pescatore. E che un giorno, sul molo, mentre gettava secchi d’acqua alle casse, una turista gli abbia chiesto di farsi una fotografia con lui. Dicono che fosse bella da togliere il fiato e che perciò lui le strappò di mano la macchina fotografica e tutto il resto: l’asta, la borsa e forse una ciocca di capelli biondi. Da allora se ne va in giro così, con quell’armamentario addosso e la macchina perennemente fra le dita. La barca sta lì, abbandonata sul molo. A chi lo guarda risponde con uno sguardo che è un punto interrogativo. Poi ti racconta che nella macchina che tiene fra le mani c’è tutta la sua vita e che la sua vita si chiama “selfi”, perché così disse la straniera, quel giorno: “selfi”. Lo pronuncia senza denti, come fosse un nome proprio. E ogni volta che lo fa, ovunque si trovi, si volta mal fermo e appena curvo con la schiena a guardare un punto alle tue spalle. E tu ti volti, invariabilmente. Inesorabilmente. Come se davvero potessi incontrarla.
p.s. Questa è una storia di fantasia, ogni riferimento nel racconto a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.
Chi vi si riconoscesse non se ne abbia a male. Se qualcuno ritiene offensivo o lesivo alla sua immagine quanto riportato può chiederne cancellazione immediata commentando il contributo. grazie
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Hai una fantasia incredibile, così dai proprio spessore alle mie immagini, sono molto contento di questi tuoi miniracconti, ti ringrazio infinitamente per il tempo che mi dedichi, sei proprio brava… un giorno o l’altro ci dirai se hai scritto dei libri… un abbraccio Vanni
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grazie Vanni. a te. se me lo permetti ogni tanto scriverò queste cosine in calce alle tue fotografie. ti stimo molto. e sei bravo. sì, ho pubblicato, ma mai con il mio nome. sono una ghost-writer.
con grande stima. ciao (e grazie. uh! l’ho già detto grazie?)
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Quando vuoi Ginevra, sai che mi sembri così diversa da come scrivi… tu così sweet, mentre la tua scrittura così aggressive! un abbraccio Vanni 🙂
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l’incontro faccia a faccia con il folle costituisce il vero spartiacque fra chi possiede il coraggio di esistere e chi no.
e. cioran
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più che folle, direi coraggioso, quello che non ha paura di mettersi in gioco, sempre! 🙂
P.S. Ciorian non lo conoscevo, interessante! trovo interessante la sua filosofia…
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