31 thoughts on “Landscape of the Padan Plain

    1. oooyes my name is Johan Padan! i miei nonni erano contadini, anch’io ho dentro questi luoghi, abito in città ma mi sento campagnolo con un filo d’erba in bocca! 🙂

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    1. Grazie Jussara, cerco sempre nelle mie immagini quel non so che che le fa avvicinare ad un quadro, per dare un senso compiuto. 🙂

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  1. ah che bei ricordi – sara’ piatto ma mi sta nel cuore. E poi guardando un po’ piu’ in la’ spuntano le Alpi. Grazie.

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    1. …è vero le nostre origini, la nostra infanzia, siamo intimamente noi.
      Si è vero spuntano le Alpi imbiancate le sto guardando anche ora!
      un abbraccio patriottico. ahahah! ciao 🙂 😀

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  2. la foto tua mi ricorda un quadro di un pittore russo, anche se i suoi colori
    sono nell’intervallo rosso.
    Poi io tornerò qui per scrivere il suo nome, ora lo ho dimenticato 🙂 Ciao

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      1. La tua foto mi ricorda questo quadro di Malevich, nel senso di ciò che egli crede di essere importante nell’arte:
        “Per l’arte è la capacità di costruire, non dalla interrelazione di forma e colore, e non su un
        base di bellezza estetica in composizione, ma sulla base del peso velocità e la direzione di
        movimento.”

        Ciao, Vanni, e buona settimana 🙂

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        1. …ti ricorda questo quadro perché la mia immagine è divisa in piani orizzontali, poi è fotografata da un’automobile in corsa, i cavalli come gli alberi tutti simili e apparentemente in movimento.
          E’ vero quello che dici tu e Malevich, ma a me sembra un poco un controsenso la frase, perché lui agisce fortemente sulle forme e sul colore, forse questa è stata un’affermazione fatta prima di inventare il Suprematismo anche se in questo quadro forma e colore sono fortemente presenti nelle righe orizzontali stese come una sciarpa e relazionate tra loro nelle nuance dei colori.
          Di Malevich mi piace il suo modo di vedere attraverso degli oggetti che apparentemente non rappresentano visivamente il mondo ma lavorano nell’inconscio. Il discorso del peso, velocità e movimento mi sembra più legato alla visione degli artisti Futuristi.
          ciao 🙂 buon Lunedì

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  3. Sì, esato questo, ho confrontato la tua foto al lavoro di Malevich per il movimento orizzontale, i cavalli come alberi, e
    tutto che hai detto.
    Beh, non so con certezza a che anno “The Red Cavalleria” è stato dipinto, ho letto che nel 1928, quindi dopo al Suprematismo.
    Non posso dire quando lui la ha scritto (la frase) ma di sicuro era nella sua fase cubo-futurista. Ci sono davvero valori futuristi lì ritratte, hai ragione. Dopo l’artista cambia radicalmente la rotta.
    Ho preso la frase per la parola “movimento” , ma in realtà contraddice il quadro sotto l’aspetto della colore e forma.:)
    Buon martedì 🙂 Ciao 🙂 Jussara

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